Employee advocacy

Personal branding e corporate branding: come creare la giusta sinergia con l’employee advocacy

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Personal branding e corporate branding: come creare la giusta sinergia con l’employee advocacy

Tempo di lettura: 3 minuti

Oggigiorno, i concetti di corporate branding e personal branding sono ben noti ai più.

Senza scendere troppo nei dettagli, si tratta in entrambi i casi di un preciso lavoro di costruzione d’immagine: di un’azienda, nel primo caso, oppure di sé stessi – ovviamente, a livello professionale – nel secondo caso.

Sempre più spesso, queste differenti strategie promozionali vengono portate avanti in contemporanea, talvolta in modo inconsapevole e scoordinato.

La domanda che dovremmo porci infatti è la seguente: personal e corporate branding dovrebbero collaborare? Come e con quali vantaggi?

Premessa: i principali freni

Prima di rispondere a questa domanda, facciamo una brevissima premessa.
Talvolta, sono proprio i datori di lavoro a non vedere di buon occhio che i propri dipendenti accrescano la loro “visibilità professionale” sui Social Networks (uno su tutti: Linkedin).

Quale sarebbe il motivo? Semplice.
Temono che una maggiore popolarità li esponga troppo alla concorrenza, che potrebbe “soffiarglieli”.

Tuttavia, i vantaggi derivanti da una sinergia online tra dipendenti e corporate sono troppo allettanti per rinunciare a priori sulla base di una paura (anche perchè, se un dipendente è predisposto ad andare via, prima o poi lo farà comunque).

Employee advocacy: i vantaggi

Employee advocacy è un altro termine molto in voga ultimamente: in altre parole, si tratta di rendere i propri dipendenti dei veri e propri “rappresentanti” dell’azienda, una sorta di portavoce entusiasti.

I vantaggi di far condividere ai propri dipendenti “storie legate all’azienda” sono tanti e diversi, per esempio: una maggiore fiducia riposta da chi legge, una maggiore audience, un elemento distintivo rispetto ai vostri competitors… E via dicendo.

Non sono solo teorie: l’Edelman Trust Barometer 2020 ha riscontrato che il 54% delle persone pensa che un’informazione su un prodotto / azienda sia più credibile se proviene da “un dipendente regolare” piuttosto che dal CEO (47%). Addirittura, se la stessa informazione è data da un esperto tecnico, la credibilità sale al 68%.

Employee advocacy: da dove iniziare?

1. Stabilisci delle linee guida

L’importante è che siano chiare, in modo da non lasciare spazio a cattive interpretazioni, ma non troppo rigide da scoraggiare i dipendenti; tra i punti che non dovrebbero mai mancare, ci sono “proteggere l’azienda” e “usare il buon senso” prima di postare qualsiasi cosa.

2. Non bloccare l’accesso ai Social sul luogo di lavoro

In molte aziende esistono ancora filtri che impediscono di connettersi ai principali Social Networks: sconsiglio questo atteggiamento, in primis perchè potrebbe indisporre molti dipendenti alla collaborazione, ma soprattutto perchè i post aziendali condivisi durante il giorno perderebbero di visibilità immediata.

3. Incoraggia i dipendenti (e gratificali)

Ovviamente non devono essere obbligati, ma è sempre possibile incoraggiare i dipendenti alla collaborazione nella diffusione di post / storie aziendali, magari gratificandoli (anche solo ringraziandoli) per aver contribuito alla brand awareness dell’azienda.

E i dipendenti… Cosa possono fare?

Per prima cosa, i dipendenti dovrebbero avere ben chiara qual è la mission aziendale (e in questo, il datore di lavoro deve fare la sua parte): solo in questo modo sarà più facile individuare come poter dare il proprio contributo alla causa.

Inoltre, è importante creare una certa armonia e sinergia con il profilo del proprio datore di lavoro e anche dei colleghi: in altre parole, non bisogna ostacolarsi, ma supportarsi a vicenda (con like, share, etc…).
Infine, quello che sortisce più effetto nella creazione di un “personal brand” non è tanto la condivisione di post aziendali o su una certa tematica, quanto il proprio punto di vista sulla questione: motivo per cui i post, anche le condivisioni, dovrebbero sempre essere introdotti da una riflessione personale.

P.S.

Concludo ricordandovi di non dimenticare che tutte queste attività… Possono essere fatte anche offline!
Per costruire e migliorare la propria immagine professionale è importante frequentare eventi di settore, magari esporsi anche come speaker e via dicendo; non solo: ogni occasione, anche di persona, è buona per lasciare un’ottima impressione di sé e dell’azienda per cui si lavora.

P.P.S.

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